Piralide del mais: come riconoscerla e difendere le coltivazioni in modo naturale

Piralide del mais: come riconoscerla e difendere le coltivazioni in modo naturale Piralide del mais: come riconoscerla e difendere le coltivazioni in modo naturale

La piralide del mais (Ostrinia nubilalis) è un lepidottero originario dell'Europa che si è diffuso rapidamente in tutte le aree di coltivazione del mais, diventando uno dei principali parassiti di questa pianta. La sua larva si nutre degli steli e delle spighe, causando danni che compromettono la resa e predispongono le piante a malattie fungine come la fumonisina.

 Cos'è la piralide del mais?
  • Farfalla notturna appartenente alla famiglia dei Crambidi
  • Le larve, lunghe fino a 2–3 cm, sono giallastre con puntini scuri
  • L'adulto ha ali beige con striature più scure
  • Attiva tra maggio e settembre, con 2 generazioni all'anno in molte zone italiane
 Piante colpite

Principalmente:

  • Mais
    Ma in casi rari anche:
  • Canapa
  • Peperone
  • Girasole
 Danni causati
  • Le larve scavano gallerie nel fusto, nei peduncoli della pannocchia e nella spiga
  • Le gallerie indeboliscono la pianta, che si spezza o cade facilmente
  • I fori e le ferite favoriscono l'ingresso di muffe tossiche (es. Fusarium)
  • Danni economici rilevanti, anche oltre il 30% della produzione
 Come prevenirla e contrastarla  Buone pratiche agronomiche
  • Interramento dei residui colturali dopo la raccolta: le larve svernano nei fusti
  • Rotazione colturale: riduce il rischio di reinfestazione annuale
  • Semina anticipata: le piante più sviluppate al volo degli adulti sono meno suscettibili
 Difesa biologica
  • Tricogramma spp.: minusse vespe parassitoidi delle uova della piralide (rilasciabili in campo)
    • Soluzione efficace e ammessa in agricoltura biologica
  • Bacillus thuringiensis var. kurstaki: batterio che paralizza le larve se ingerito
    • Trattamenti da ripetere a distanza di 10–14 giorni
Altri rimedi naturali
  • Trappole a feromoni: per monitorare l'inizio del volo e decidere il momento dell'intervento
  • Spruzzature a base di neem o caolino: aiutano a ridurre la fertilità e la deposizione delle uova
  • Favorire la biodiversità: attirare uccelli insettivori e predatori naturali
 Quando intervenire
  • Primo volo: tra maggio e giugno – inizio prima generazione
  • Secondo volo: tra luglio e agosto – più pericoloso per le spighe
  • Monitorare con trappole a feromoni è essenziale per tempistiche precise
 Rischi indiretti: le micotossine

Le lesioni causate dalla piralide facilitano l'insediamento di funghi tossigeni, come Fusarium verticillioides, responsabili della fumonisina, una micotossina cancerogena che può rendere il raccolto non idoneo alla vendita.

 Conclusione

La piralide del mais è un parassita silenzioso ma devastante. La sua gestione richiede un approccio integrato, basato su:

  • Prevenzione agronomica
  • Difesa biologica mirata
  • Monitoraggio accurato

In questo modo si protegge non solo la produzione, ma anche la qualità e la salubrità del raccolto

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Venerdì, 06 Giugno 2025